La solitudine è senz’altro uno dei temi più indagati nell’arte moderna.
Probabilmente, tutti conoscono Edward Hopper (1882 – 1967) e i suoi silenziosi frammenti di solitudine americana, o gli ampi spazi, di un vuoto assordante, dipinti da Giorgio De Chirico (1888 – 1978).
Edward Hopper – Sunlight in a Cafeteria (edwardhopper.net)
Giorgio De Chirico – Piazza d’Italia (christies.com)
Ma forse non molti conoscono gli enigmatici interni del maestro danese Vilhelm Hammershøi (1864-1916).
Che dipingesse una stufa ad angolo, un divano o una serie di porte bianche, l’artista danese riuscì a infondere agli oggetti apparentemente banali, in stanze semivuote, una qualità non di questo mondo, « un riflesso di esistenza sublime« , come affermava lo storico dell’arte Julius Elias nel 1916. Questi interni misteriosi, delicatamente resi nei toni del grigio e del bianco e spesso raffiguranti una donna vista di spalle, hanno creato un accordo particolare con il pubblico contemporaneo.
Vilhelm…
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